I lavori più richiesti in Italia secondo i dati di mercato

Quali sono i lavori più richiesti in Italia?

Continua la nostra indagine nella panoramica lavorativa, in questa occasione analizzando una complessa e un po’ spinosa tematica: la ricerca del lavoro.

Che si tratti di prima esperienza o cambio di rotta nella nostra vita, attivarsi seriamente e canalizzare le energie alla ricerca di un’occupazione, ad oggi, sta diventando… un vero e proprio  lavoro.

Ma anche spunti interessanti per entrare in una nuova ottica di ricerca attiva del lavoro. Scopriremo infatti quanto sia profondamente sbagliato e sorpassato affermare che “in Italia non ci sono posti di lavoro”. La verità è un’altra e potrebbe non piacere troppo.

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I lavori più richiesti in italia

Se ci venisse chiesto di dire quali sono i lavori più richiesti del 2021 in Italia, siamo certi che la maggior parte di noi penserebbe a professioni di ultima generazione o magari figure dirigenziali di altissimo livello, invece molte delle figure lavorative più ricercate sono anche quelle più comuni.

Un fenomeno interessante che abbiamo approfondito in altri paragrafi, proprio perché rispecchia appieno ciò che sta accadendo nel nostro Paese in questi ultimi anni: la divisione fra vecchio e nuovo, fra professioni del futuro e lavori tradizionali, fra posizioni desiderabili ma sature che creano disoccupazione, e posizioni meno desiderabili ma con ricerca di nuove assunzioni che faticano ad arrivare.

Ecco la lista degli lavori più richiesti in Italia oggi:

  • personale amministrativo e managerialelavoro più richiesto
  • lavoro da insegnanti
  • lavoro da ingegneri
  • professionisti IT
  • operai edili
  • personale addetto alle pulizie
  • assistenza clienti
  • autisti
  • medici e infermieri
  • addetti vendita
  • assistenti alla persona
lavori più richiesti in italia

Per i ragazzi che ancora non sono completamente usciti dal percorso educativo invece, si sente il bisogno di puntare tutto su una migliore formazione scolastica, accompagnata da un percorso di orientamento, che faciliti il proseguimento degli studi o un adeguato inserimento in quelle che sono oggi le richieste del mercato.

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Cosa chiede il mercato oggi

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Ne 2019, si è creata una vera e propria divisione delle figure ricercate: da una parte professionisti altamente specializzati in particolare nel settore IT e digitale, dall’altra sono pressoché introvabili profili più classici come:

  • badanti
  • corrieri e autotrasportatori
  • cassieri
  • camerieri
  • magazzinieri
  • persone delle pulizie

Figure purtroppo poco ricercate anche per la precarietà dei contratti, la faticosità del lavoro e stipendi risicati.

Assistiamo anche a un cambio nella domanda di lavoro da parte delle aziende che ricercano più tecnici e meno operai.

A partire dal 2007 infatti, il numero di operai si è ridotto di oltre 1 milione di unità (di questi, operai in professioni tecniche e qualificate di circa 500mila unità).

Il nostro Paese continua comunque ad aver bisogno di  personale competente in altri ambiti: molte aziende sono alla ricerca di fabbri, montatori, saldatori e  operai specializzati.

In questo caso però  il problema è che c’è più domanda rispetto all’offerta: le persone che si candidano per queste posizioni  sono numericamente inferiori rispetto all’offerta promossa delle aziende. Caso analogo agli ultimi citati, quello di due altre categorie molto ambite dagli “offerenti”: informatici e tecnici ingegneristici.

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I nuovi lavori emergenti

Una ricerca effettuata da LinkedIn (intitolata Emerging Job Report) ha analizzato i profili pubblici della propria piattaforma che hanno ottenuto un posto di lavoro full time nell’arco degli ultimi anni, più precisamente dal 2015 al 2019. In seguito all’analisi di questi dati, è stata stilata una classifica sulle competenze più (e meno) richieste nello stesso periodo, per eleggere le competenze più ambite nel corso del 2020.

Se in Europa la posizione più richiesta è quella dell’Artificial Intelligence Specialist (esperto di Intelligenza Artificiale), quando si tratta di zoomare sull’Italia le cose non sembrano andare di pari passo; ma l’Intelligenza Artificiale e le nuove tecnologie rivestono comunque anche per il nostro Paese un ruolo chiave.

Sono svariati i settori in cui un esperto di IA può trovare occupazione, tra questi sicuramente la programmazione di software per computer e altri dispositivi, ma anche sbocchi interessanti nei servizi finanziari e nel mondo della ricerca universitaria.

L’orizzonte digitale rimane quello più interessante perché ha creato nuove posizioni lavorative.

Accanto alla figura dell’esperto di Intelligenza Artificiale compaiono altre figure interessanti destinate ad occupare un importantissimo ruolo nell’imminente futuro. Sono tutte  professioni che fino a qualche anno fa non esistevano nemmeno e che sono state create dalla rivoluzione tecnologica.

Ecco le figure emergenti più richieste, anche in Italia, per il 2021:

  • Data Scientist
  • Digital HR
  • Legal Tech
  • Energy Manager
  • Software e App Developer
  • Digital Marketing Specialist

Data Scientist:

Si occupa di reperimento, gestione e analisi dei dati, elaborando report di grande importanza per l’azienda. Un lavoro che coniuga big data, approccio scientifico e business intelligence.

  • Competenze:

Solitamente si richiede una laurea in ingegneria gestionale e un master in data science.

Digital HR (Human Resources):

La versione 2.0 della “gestione e coordinamento delle risorse umane”, settore anche questo influenzato dalla trasformazione tecnologica. La nuova gestione consentirà una migliore amministrazione delle attività di reclutamento del personale, del benessere aziendale e delle retribuzioni, modificando approccio e mentalità dei suoi responsabili.

  • Competenze:

Si richiede una laurea in psicologia o giurisprudenza e un master in human resource management.

Legal Tech:

Sono avvocati e consulenti che lavorano in contesti digitalizzati, applicati al settore legale. Forniscono servizi riguardanti la gestione degli studi legali, la tutela della privacy, disbrigo pratiche ed altre mansioni attraverso moderni software gestionali.

  • Competenze:

Si richiede una laurea in giurisprudenza o ingegneria gestionale e un master in data protection.

Energy Manager:

Esperto di energia aziendale che monitora e analizza i consumi aziendali, individuando e promuovendo precise azioni di efficienza e gestione energetica attraverso il risparmio e le attività di sensibilizzazione. Può essere sia interno che esterno all’azienda e può occuparsi anche di coordinamento del personale interno apportando il suo aiuto negli acquisti, appalti e comunicazione.

  • Competenze:

E’ richiesta laurea in scienze economiche con master in gestione delle reti energetiche e in economia e management delle risorse naturali.

Software e App Developer:

Sviluppatore di software/ app, ma anche creatore di programmi informatici quali software per e-commerce, sistemi gestionali, analisi dei dati e automazione industriale. E ancora firmware, antivirus, videogiochi.

  • Competenze:

È richiesta una laurea in ingegneria e specializzazioni in sviluppo software e app.

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Digital Marketing Specialist:

L’esperto delle attività di marketing nei canali web. Sviluppa le attività commerciali analizzando i trend di mercato e costruendo strategie e offerte per raggiungere più utenti e clienti possibili. Progetta e gestisce attività di video, content e social media marketing con tecniche SEO, SEM, mobile e email-marketing, definendo e analizzando i dati con l’obiettivo di migliorare e raggiungere una strategia efficace e integrata.

  • Competenze:

Richiesta laurea in comunicazione, economia e management e un master in digital marketing.

Mercato del lavoro attuale

Se-non-digitale-che-sia-tradizionale.-Ma-competente

Per sintetizzare, potremmo dire che la situazione del mercato italiano è un po’ migliorata negli ultimi anni, ma si continua a lavorare meno che nel periodo precedente alla crisi (i dati raccolti si riferiscono al periodo pre-Covid). Scopriamo le carte…

Con riferimento ai dati forniti dall’ISTAT, la situazione si divide in due parti:

IN AUMENTO

  • precari con contratti a termine: + 1/3
  • sottoccupati (chi ha dovuto lavorare meno ore rispetto a quelle che avrebbe potuto): +88% 
  • part-time involontario (cioè casi in cui non è scelto liberamente dal dipendente il fatto di lavorare meno ore): + 131% negli ultimi dieci anni

STABILI

  • lavoratori con contratto indeterminato: circa 15 milioni

Questo ci porterebbe a dire che  in Italia la maggioranza dei lavoratori  è contrattualmente molto tutelata (anche se meno che in passato). Possiamo dirlo, ma è giusto anche segnalare che i record nei tassi di occupazione sono stati raggiunti soltanto grazie all’aumento di lavori precari e instabili.

Un serpente che si morde la coda.

Senza ombra di dubbio è necessario iniziare a lavorare su più fronti per poter migliorare gradualmente la situazione riducendo quei numeri tristemente in aumento di lavoratori precari, disoccupati, stallo lavorativo e generale incertezza sul futuro.

Ma, forse, è anche necessario che questo cambiamento parta da noi stessi.

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La ricerca delle competenze

Secondo uno studio del World Economic Forum, il 65% dei bambini che oggi sono alla scuola elementare “da grande” farà un lavoro che oggi non esiste nemmeno.

 Fonte: Businessinsider

Niente drammi.

La nostra lettura dello studio ISTAT è che oggi è assolutamente necessario fare un cambio di rotta per seguire le nuove esigenze del mercato globale.

Per i lavori futuri sarà necessario (quando non fondamentale) possedere conoscenze digitali, preparazione a livello di intelligenza artificiale e approfondite conoscenze tecniche, strumenti che si andranno ad applicare alla stragrande maggioranza degli impieghi, anche nelle aree apparentemente meno quotate, per esempio, nell’agricoltura.

A quelli di noi che con sospetto e –diciamolo – con timore, vedono nella tecnologia il nostro rimpiazzo, è giusto anticipare che le macchine ci sostituiranno solo nei lavori meno qualificati.

Secondo gli esperti, non esiste alcuna prova che il lavoro umano sparirà, se non nel 5-10% dei casi e, lo ripetiamo, questo avverrà per le attività più ripetitive; tuttavia è senza dubbio evidente un cambiamento delle abilità richieste ai lavoratori.

Un dato molto interessante è che al momento si sta registrando un divario tra competenze richieste e quelle disponibili.

Sono tanti, infatti, gli aspiranti lavoratori a non essere in possesso di specializzazioni tecniche altamente ricercate dal mercato, in particolare nel comparto digitale, o l’interesse e la voglia di mettersi in gioco con professioni forse ritenute “meno esclusive” e che sempre più spesso sono svolte da persone straniere.

I più attenti e propensi al cambiamento  stanno cercando di aggiustare il tiro, proseguendo la propria formazione anche a distanza di anni dall’esperienza scolastica.

Come dimostra lo studio Cedefop sullo sviluppo del lavoro nei prossimi 10 anni, l’Italia vedrà un aumento dell’impiego ma concentrato proprio su determinate fasce di lavoratori.

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Retribuzione media e differenze regionali

Secondo i dati OCSE sugli stipendi, fra i 36 paesi membri l’Italia si colloca solo al 22° posto con una retribuzione annua media di 37.752 dollari, contro una media OCSE di 46.686 dollari.

Ma se osserviamo meglio e restiamo in Europa, l’Italia si piazza 9° con una media di 29.601 euro, meno della metà dello stipendio medio di un lavoratore del Lussemburgo – capostipite della classifica.

Il dato che ci colpisce (e non in senso positivo, purtroppo) è che appena più sopra di noi su questa scala troviamo la nostra vicina di casa, la Francia, che pur essendo di un solo gradino più in alto ci distacca con una retribuzione di oltre il 25% in più rispetto a noi (circa 8.700 euro).

A questi numeri dovremo aggiungere una pressione fiscale esorbitante, fra le più alte in tutta europa, pari al 47,9%, lasciando noi italiani con davvero pochi spicci nelle tasche.

Per quanto non sia una novità che le regioni del nord Italia siano più occupate rispetto alle regioni della seconda metà dello stivale, a malincuore si evidenzia anche un enorme divario nelle retribuzioni fra stessi ruoli ma in regioni differenti.

Come mostrato dai dati dello studio sul salario lordo medio per regione in Italia nel 2019, le regioni con gli stipendi medi più alti sono:

  • Lombardia (31.446 euro)
  • Trentino-Alto Adige (30.786 euro)
  • Lazio (30.496 euro)

In coda alla classifica troviamo

  • Basilicata (24.308 euro)
  • Calabria (25.079 euro)
  • Sardegna (26.042 euro)

Fa riflettere che un lavoratore del sud Italia percepisca in media meno dei ⅔ della tariffa oraria di un lavoratore del nord

Veniamo ora al vero tasto dolente.

Prima parlavamo della forte richiesta di figure professionali “classiche” e citavamo, fra gli ostacoli nell’intraprendere queste carriere, l’incertezza dei contratti e gli stipendi risicati.

In tutti i macro-settori, il resoconto del Job Pricing si evidenzia un distacco enorme fra dirigenti, quadri, impiegati e operai.

Prendiamo ad esempio il settore del commercio. Moltissime le figure ricercate come magazzinieri, commessi, cassieri, figure generiche che svolgono turni di lavoro spesso 7 giorni su 7 e dal forte stress psico-fisico.

Lo stipendio medio di un impiegato in questo settore è di 28.625 euro, contro i 24.695 euro di un operaio dello stesso settore.

Non ci sorprende che sempre più giovani cerchino invece di ricoprire ruoli meno fisici e meglio retribuiti, ad esempio i quadri nello stesso settore hanno stipendi medi di quasi il doppio: 52.864 euro, per non parlare del comparto dirigenziale, dove gli stipendi medi sono 3 volte quelle di un commesso: 98.650 euro.