Giornalista – Come diventare, cosa fa e quanto guadagna

Non sapevo bene come iniziare, a questo giro. Le figure professionali di cui abbiamo parlato fino ad oggi, le si poteva raggruppare e dividere per scomparti: il tale manager nel gruppo dei Manager, il Digital-professionista nel gruppo dei lavori 2.0 e così via.

Quando invece si parla di giornalismo e giornalisti, non mi sento di poter semplicemente prendere il termine e collocarlo nel giusto insieme. Quale sarebbe poi il giusto insieme?

Professione molto ambita per tanti, giovani e meno giovani, come vedremo tra poco questa è molto più che una professione…è una vera e propria vocazione! Di seguito, cosa fa come si diventa e quanto guadagna un giornalista. Ma domanda delle domande, che tipo di lavoro è il suo?

Chi è il giornalista?

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Il giornalista è lo storico dell’istante.

(Albert Camus)

Il Giornalista è un professionista dell’informazione, il cui compito è quello di approfondire un fatto accaduto, raccogliere materiale e documenti (tramite ricerche, interviste, approfondimento di opinioni), successivamente riassumerli e riadattarli, con l’obiettivo di pubblicare il testo che ne consegue, in modo che sia allettante e di facile comprensione per diverse tipologie di pubblico. Ciò che viene scritto quindi, deve poter raggiungere il maggior numero di persone possibili.

L’attività del giornalista si basa sulla trasformazione del materiale raccolto in contenuti di testo e audio-video; contenuti che vengono in un secondo momento diffusi, tramite diversi canali di comunicazione di massa: la comune stampa ma anche la TV, il canale web e la radio, sono tutti mezzi di comunicazione e diffusione delle notizie.

Cosa fa un giornalista

Giornalista: uno scrittore, la cui immaginazione creatrice è limitata dalla realtà.

(Gabriel Laub)

Terzo punto, ma che potremmo includere nell’obiettivo principale: le informazioni devono essere chiare e puntuali, soprattutto reali e fondate. Niente fake news (notizie false). L’attenzione del lettore la si può conquistare con creatività di scrittura e intelligenza, non con false informazioni.

Per questa sua delicata funzione, la professione del giornalista è regolata da precise norme giuridiche che tutelano libertà di informazione e libertà di pensiero oltre alla protezione di dati personali.

Compiti di un giornalista

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Le mansioni di un giornalista comprendono azioni quotidiane, che si possono riassumere in queste fasi:

  • Raccolta e selezione di notizie e materiale, verificandone accuratamente le fonti
  • Racconto di episodi e fatti in maniera chiara e del tutto oggettiva
  • Conduzione di interviste
  • Produzione di inchieste, articoli o reportage come pezzi unici e originali
  • Ricerca e selezione di immagini adatte ad affiancare agli articoli, nella fase di assemblaggio
  • Attività redazionale – come la rielaborazione di testi o l’ editing, ad esempio
  • Pubblicazione di testi cartacei o digitali
  • Realizzazione di servizi giornalistici per televisioni o programmi radiofonici

A questi compiti, di per sé già delicati,  corrispondono competenze altrettanto precise e per nulla scontate, che ogni buon giornalista che si rispetti dovrebbe (uso il condizionale) avere.

Competenze del giornalista

  • Aver talento nello scovare notizie
  • Elevate capacità di produzione scritta
  • Essere scaltri nella ricerca, selezione e valutazione di informazioni, dati e fonti pervenute
  • Avere comprovate competenze nella revisione e redazione di testi
  • Conoscenze riguardanti pubblicazione di contenuti per stampa e web
  • Conoscenze di SEO ( Ottimizzazione per motori di ricerca) e social media marketing
  • Avere buon spirito critico
  • Essere puntuali e in grado di gestire il tempo a disposizione
  • Essere fluidi (capacità di adattarsi a diverse situazioni)
  • Essere disponibili a trasferte
  • Ottima padronanza lingua italiana
  • Ottima cultura generale
  • Inguaribile curiosità
  • spirito di approfondimento
  • conoscenza di almeno una lingua straniera (solitamente inglese)

Come diventare giornalista?

Con i giornali, a volte c’è disordine; senza di loro, c’è sempre schiavitù.

(Benjamin Constant)

Volete un titolo sensazionale e d’impatto? Non esiste un’unica via per diventare giornalisti. Proprio così, le vie del Signore e quelle che portano al giornalismo sono infinite. Hmm, forse questo passaggio è leggermente blasfemo, spieghiamolo meglio.

Il percorso che conduce al lavoro di giornalista può partire da punti differenti, ciò che rimane richiesta invariata invece è la solida preparazione culturale, fondamentale per gestire con obiettività ed intelligenza la produzione di un testo scritto, così come la conduzione di un’inchiesta.

A questo proposito, sono consigliati percorsi di laurea in ambito umanistico, come potrebbe essere la facoltà di Lettere, oppure una laurea in Media e Comunicazione o ancora, in Scienze Politiche.

Per avvicinarsi all’obiettivo vengono proposti anche master e corsi, scuole di giornalismo che mettono a disposizione conoscenze ed esercizi pratici riguardanti: modelli di giornalismo, tecniche di scrittura, nozioni di editing, giornalismo digitale, elementi e programmi informatici per gestione software di grafica ecc.

Una volta preparata la base di appoggio per le competenze necessarie allo svolgere il lavoro del giornalista ecco che arriva la fase della prova del nove: un periodo di pratica in redazione (vero e proprio tirocinio) presso enti emittenti come radio, televisioni (anche locali) o testate giornalistiche.

La formazione del giornalista è un continuo cantiere a cielo aperto. Non finisce mai. Questa attività, forse più di altre, necessita di un aggiornamento costante e non ammette battute d’arresto nella propria crescita.

Ultimo step prima di ufficializzare il passaggio da comune mortale a giornalista è il superamento dell’esame di Stato che abilita alla professione e alla successiva iscrizione all’Albo dei giornalisti.

Giornalista: pubblicista o professionista?

Giornalista-professionista

In Italia il lavoro giornalistico rientra nell’insieme dei lavori intellettuali e risponde alla norma di legge n. 69/1963 ossia all’Ordinamento della professione di Giornalista. La legge, sin dagli anni Sessanta, regolamenta l’Ordine dei Giornalisti , definendone principi e mansioni, ma non solo: li suddivide due grandi blocchi: i professionisti e i pubblicisti. Dal punto di vista delle mansioni non cambia nulla, ciò che li differenzia sono modalità di svolgimento della professione e inquadramento contrattuale.

Giornalista pubblicista

È giornalista pubblicista colui/colei che è iscritto all’Albo dei giornalisti nell’Elenco Pubblicisti e ha dimostrato di aver svolto per almeno 2 anni attività giornalistica non occasionale, avendo oltretutto percepito una retribuzione, presso un emittente o testata riconosciuta. Il giornalista pubblicista può esercitare al contempo questa e altre professioni o impieghi. Si tratta spesso di professionisti quali avvocati o medici che collaborano con testate giornalistiche apportando le proprie competenze nei diversi ambiti.

Giornalista professionista

Il giornalista professionista svolge la professione giornalistica al pari del pubblicista, ma al contrario di questo, lo fa in modo esclusivo e continuativo. Anche questa figura è iscritta all’Albo dei giornalisti, ma nell’Elenco dei professionisti. I requisiti necessari per far parte di questa categoria sono: età minima di 21 anni, l’essere iscritti all’albo dei praticanti, aver svolto, certificandola, la pratica giornalistica per un periodo di almeno 18 mesi e aver superato la prova di idoneità alla professione.

Al giorno d’oggi però la distinzione non è sempre così netta, i confini sono molto sfumati e nella categoria dei Pubblicisti rientrano spesso collaboratori che in realtà non svolgono un altro tipo di professione con cui integrare la passione per il lavoro del giornalismo, ma scrivono pezzi riguardanti diversi argomenti e svolgono l’attività giornalistica su richiesta e per conto delle testate o degli emittenti.

Sbocchi professionali per un giornalista

giornalista

Gli ambienti per un giornalista che inizia a muovere i primi passi nella professione sono dei più disparati: alcuni iniziano come articolisti, blogger o redattori con piccole realtà locali, altri con siti web di giornalismo indipendente, qualcuno con pubblicazioni di nicchia, gran parte come giornalisti free lance.

Chi nel tempo riesce a dimostrare di avere buona stoffa e di volersi impegnare a fondo, può rientrare nella rosa dei prescelti per collaborazioni continuative oppure entrare a far parte di una vera e propria redazione in qualità di giornalista dipendente.

A seconda poi delle proprie passioni e inclinazioni personali, il giornalista si può focalizzare su un preciso settore e diventare così giornalista sportivo, giornalista politico, telecronista, giornalista dello spettacolo, reporter, giornalista d’inchiesta e così via. Se si sceglie invece la via delle emittenti radio o televisive ecco apparire la figura del giornalista televisivo e giornalista radio, fino a sbocciare in conduttore di telegiornale.

Come carriera, il giornalista professionista può puntare alle qualifiche di caporedattore prima e direttore responsabile poi, che è il ruolo designato solo ai giornalisti più autorevoli.

In qualità invece di esperto di comunicazione oltre che di informazione (come lo abbiamo definito all’inizio), il giornalista può pensare anche a una carriera non strettamente legata a titoli da pubblicare su quotidiani, quindi ampliare gli orizzonti a professioni quali la scrittura di saggi, oppure rispondere ai più moderni richiami di Social Media Manager o Content Creator (creatore di contenuti per la rete).

Altra possibilità per il giornalista è quella di lavorare come Addetto Stampa, per enti pubblici o aziende private: a questo proposito, è buona cosa ricordare che è obbligatorio per legge (L 150/2000) che gli addetti stampa nelle Pubbliche Amministrazioni facciano parte della categoria dei giornalisti e che questi siano iscritti ad uno dei due Albi sopra citati, professionisti o pubblicisti.

Quanto guadagna un giornalista?

Quando si arriva a parlare di stipendio per questa categoria, può capitare che cali un silenzio di imbarazzo. Non di rado infatti, il compenso per questo tipo di attività non è del tutto soddisfacente, per usare un eufemismo.

Cercherò di non entrare troppo nel dettaglio, o calcare la mano su argomenti e questioni un pó spinose, scomode.

Partiamo dal principio, qual è il metro di giudizio per dare valore economico ad un pezzo scritto? Riformulo, come si paga un giornalista? A parola o ad articolo.

La maggior parte dei giornalisti sceglie (o viene misteriosamente portato a scegliere) l’opzione due, cioè al pagamento in base al numero di articoli pubblicati. Stesso discorso coinvolge tantissimi blogger. Pochi invece, sono quelli che decidono di farsi pagare a parola.

Grafici alla mano, riporto alcuni sondaggi svolti dalla piattaforma di rete Survey Monkey (uno tra i software di sondaggi più conosciuti al mondo): quasi il 25% dei giornalisti ha risposto che non chiede meno di 50 euro ad articolo e il risultato è simile se si considera chi scrive a non meno di 30 euro a pezzo. Non malissimo, considerando che esiste una percentuale, seppur bassa (tra il 10 e il 15%), di giornalisti e blogger, che guadagnano tra i 10 e i 15 euro ad articolo.

Altro metro di giudizio per la questione stipendio sta nella differenza, come immagino capirete, tra giornalista freelance e giornalista dipendente. Se la cava meglio quello dipendente, che, guadagnerebbe tra i 20.000 e i 75.000 euro all’anno.

Ultimo metro di giudizio, questo si, abbastanza scomodo, riguarda il giornalista stesso. Uomo o donna? Pare che il collega maschio Alpha possa guadagnare anche il 78% in più rispetto alla giornalista donna.

Buoni motivi per diventare giornalista

Buoni motivi per diventare giornalista? Ce ne sono molti, uno fra tutti cercare di colmare la propria sete di curiosità e di sapere, predisposizioni che nascono con noi e non si possono apprendere.

La curiosità è innata, così come l’onestà che viene espressa nei contenuti, non manipolando le informazioni a proprio piacimento, mentre si cerca l’approvazione del maggior numero di persone possibili.

Secondo aspetto, il tipo di lavoro, che è assai dinamico. Non prevede pause o tappe fisse, al contrario è un lavoro che va organizzato e sudato fino all’ultimo minuto, dalla raccolta del materiale all’impaginazione del testo.

Diventare giornalista è bello sì, ma non si può dire sia impresa facile. Più di tutto premiano passione, perseveranza e costante impegno.

Il giornalismo non è un mestiere che consenta un tempo libero autonomo rispetto alla professione. Richiede una vocazione. Se quella vocazione non c’è, è inutile provarci.

(Eugenio Scalfari)