Comandante Navale – Come diventare, cosa fa e quanto guadagna

A bordo dell’imbarcazione, è la massima autorità: il compito più grande a cui è chiamato, è quello di mantenere il controllo di quanto accade una volta salpata la nave: spostamenti, rifornimento, equipaggio, cabina di controllo, comandi ecc. (proprio un gioco da ragazzi, sì!).

Cos’altro sapere sul Comandante Navale?

Possiamo dire che è un vero è proprio responsabile, a cui sono affidate diverse sfide oltre al comando di un’intera brigata. Scopriamone percorso formativo, principali mansioni e guadagno medio.

Chi è il comandante navale?

Nella marina mercantile, quella di comandante di nave è una qualifica professionale, nonché il grado massimo di una professione prevista e certificata dal Codice della Navigazione. E’ quella figura che sta al comando di un’unità navale.

In quanto soggetto al vertice della gerarchia interna, il comandante non ha superiori diretti, ma sottostà solamente alle leggi che disciplinano la navigazione in mare.

E’ una figura professionale molto rispettata e rispettabile, che unisce pragmaticità e prontezza all’azione con conoscenze in diverse materie: legge, procedure legali, regolamenti e ruolo delle istituzioni.

Cosa fa un comandante navale?

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Il lavoro del comandante non è soltanto condurre la nave da un porto all’altro, bensì una serie di compiti e responsabilità che spesso poco rientrano nella sola sfera della navigazione.

Durante la rotta ad esempio, il capitano svolge la funzione di ufficiale di stato civile, sottoscrivendo atti di nascita, di morte o di sparizione in mare. Può ricevere testamento e, in casi eccezionali, può celebrare matrimoni.

Un comandante di lungo corso dirige e sovrintende tutte le manovre in termini di sicurezza, sia di grandi imbarcazioni che di navi mercantili e civili; questo lo fa non solo al momento dell’attracco sulla piattaforma, ma anche durante tutti i tragitti lungo i porti, i mari, gli oceani, i laghi e anche le baie.

Tutto questo in linea generale; ci sono altre mansioni però che vanno elencate, per arricchire il quadro, già abbastanza complesso di suo.

Mansioni di un comandante navale

  • Condurre fisicamente il mezzo marino e dirigerne le manovre, una volta giunti in porto
  • Controllare viabilità e traffico marittimo
  • Pianificare e gestire le rotte di navigazione
  • Organizzare in modo efficiente i compiti dei collaboratori a bordo
  • Garantire la sicurezza per tutti i passeggeri e l’equipaggio
  • Assicurarsi del corretto funzionamento di macchine, attrezzature e sistemi di controllo tecnico
  • Vigilare sul rispetto delle norme igieniche sia per quanto riguarda le provviste, sia per gli ambienti
  • Coordinare le esercitazioni di salvataggio
  • Gestire le emergenze (come incendi o recuperi in mare)
  • Aggiornare periodicamente il giornale di bordo
  • Gestire il lato amministrativo e contabile, per quanto riguarda  risorse materiali e finanze
  • Padroneggiare la gestione delle risorse umane
  • Dirigere tutto il personale, monitorarlo e sostenerlo

La gerarchia navale

In questa impresa quotidiana il comandante navale non è solo, ma affiancato dai suoi ufficiali.

La gerarchiaprevista per la distinzione dei diversi gradi nella marina mercantile è disposta secondo norma di legge e, per quanto riguarda la sezione di coperta, può essere riassunta così:

1. Comandante
 Massima autorità a bordo

2. Comandante in seconda
 Il vice del comandante: è suo il comando dell’imbarcazione in caso di assenza del “principale”. Più in generale, si occupa di gestione dell’equipaggio.

3. Primo ufficiale
Il capo servizio della coperta, che controlla l’operato degli ufficiali subordinati; responsabile della stiva della nave e anche del sovraintendimento della navigazione.

4. Secondo ufficiale
Generalmente più di uno, sono il braccio destro del primo ufficiale e gestiscono sezioni mirate: possono occuparsi di sicurezza, ma anche di contabilità.

5. Terzo ufficiale
 Al terzo ufficiale solitamente spettano i compiti del secondo, ma rispetto a lui ha meno esperienza.

6. Allievo ufficiale
E’ il primo livello della “catena di montaggio”. Chi proviene dalla formazione per questa professione inizia da qui.

Come diventare un comandante navale?

Un-comandante-navale

Diventare il capitano di una nave può essere un cammino che richiede diverso tempo, molta tenacia e pazienza.

I requisiti di esperienza e formazione non sono necessariamente rigidi, dipende da quale tipo di imbarcazione si vuole dirigere; ma per ottenere una licenza dalla Guardia Costiera e trovare un lavoro in questo settore è necessario avere determinate qualifiche.

Primo fra tutti essere in possesso di un diploma di scuola superiore e, quando possibile anche di una laurea, almeno triennale, in quelle che possono essere le facoltà apripista per questa categoria, quindi Scienze della navigazione o Ingegneria navale.

Parliamo di formazioni nel concreto: per quanto riguarda la qualifica specifica di allievo ufficiale di coperta occorre aver compiuto la maggiore età (18 anni), essere iscritto nell’elenco matricole gente di mare di prima categoria ed essere in possesso o di un diploma di istituto nautico o di un corso di laurea triennale in scienze nautiche; terza opzione essere in possesso di un qualsiasi diploma di maturità integrato dal modulo di allineamento di 500 ore (corso di formazione specifico per Allievi Ufficiali di Coperta).

Per chiunque fosse interessato ad approfondire il discorso formazione per la professione consigliamo di prendere in considerazione due enti italiani specializzati in questo campo: l’Istituto Tecnico Nautico San Giorgio e l’Accademia Italiana della Marina Mercantile, entrambi situati a Genova.

Istituto Tecnico Nautico San Giorgio

Questo storico istituto genovese è sempre riuscito a mantenersi all’avanguardia nel corso del tempo, offrendo un piano formativo sempre aggiornato e adeguato alle esigenze e competenze richieste dal mercato.

Accademia Italiana Marina Mercantile

Il problema della formazione del personale navigante è primo fra tutti, la carenza di ‘vocazioni marittime’: un recente calcolo tra le amministrazioni del territorio, ha contato un ribasso di circa novemila unità. L’Accademia della Marina Mercantile si impegna a rappresentare una possibile risposta a questa urgenza, per questo motivo si consiglia la visita al sito internet, se ci fossero interessati.

Quanto guadagna un comandante navale?

Partiamo col dire che gli stipendi dei capitani variano da compagnia a compagnia: mediamente però possiamo attenerci a delle cifre abbastanza precise:

In linea generale la paga oscilla sempre dai 3.000 ai 10.000 euro al mese, con casi limite che arrivano ai 13.000 mensili.

La cifra varia in base a diversi fattori, come l’importanza e il valore di una nave, il tipo di traffico, la linea da percorrere. Per capire meglio con un esempio: Il comandante di un traghetto, solitamente effettua viaggi brevi e può rientrare a casa a fine giornata; certamente guadagnerà meno di qualcuno al comando di una petroliera, in balia delle onde in mare aperto.

A livello di responsabilità umana, i comandanti di navi da crociera, da cui in certi casi dipende la sicurezza di migliaia di persone, sono al vertice della piramide, in questo senso.

Per quanto riguarda le formule di contratto, la differenza fondamentale sta tra i contratti in continuità’ e quelli a turni particolari. Nel primo caso, il trattamento e’ quello di classico dipendente, per gli altri invece, la singola prestazione viene liquidata  al termine di ogni tratta e variano alcune voci all’interno del contratto.