Per lasciarci alle spalle un brutto inizio d’anno, chi di noi non avrebbe voglia di una bella vacanza rigenerativa?
Avete già in mente qualche meta in particolare o avete deciso di lasciarvi trasportare dal caso e buttarvi all’avventura?
Che siate tipi amanti del planning o uomini e donne votati alla pura avventura, quello di cui sono sicura è che, una volta giunti a destinazione, vi piaccia trovare l’ambiente che vi aspettate, l’accoglienza che vi aspettate…e se avete scelto un viaggio organizzato, l’intero servizio proposto deve essere all’altezza delle vostre aspettative.
Vi faccio una domanda: qual’è, secondo voi, l’elemento principale che determina la buona o cattiva riuscita di un viaggio tra
- Scelta azzeccata della struttura che vi ospita.
- Chi vi accompagna
- L’insieme delle cose che riuscite a fare/vedere durante la vacanza?
Non ho statistiche alla mano per abbozzare una risposta assoluta ma, siete d’accordo con me quando dico che il giusto mix tra ciò che avete fatto, i posti visitati e il buon tempo speso insieme sono quello che volete ricordare e raccontare a tutti una volta tornati?
Se siete in grado di organizzare in solitaria i vostri viaggi, mi complimento con voi, ma a chi come me non si fida fino in fondo delle proprie capacità organizzative, sarà capitato almeno una volta di rivolgersi ad un’agenzia viaggi o a un gruppo che gestisce viaggi organizzati.
E se vi è capitato, una volta tornati dalla vacanza, vi siete ricordati più dell’ottima offerta che avete trovato o di come una volta giunti sul posto vi siate sentiti accompagnati, ben gestiti da chi aveva in mano le redini del vostro viaggio?
“Esperienza davvero magnifica. Organizzazione perfetta sotto ogni punto di vista”
“Viaggio desiderato da tempo…con tante aspettative….tutte ampiamente soddisfatte”
“Prima volta in gruppo. Esperienza più che positiva. Organizzazione perfetta”
Queste sono solo alcune delle recensioni che si possono trovare in qualunque forum di viaggi organizzati, come feedback dei viaggiatori soddisfatti.
Già, ma quando si ha a che fare con viaggi organizzati, chi ha in mano le chiavi della vostra felicità rispetto a quel viaggio? L’Accompagnatore turistico.
Se avete iniziato a conoscermi, sapete che prima di raccontarvi tutto, mi piace far chiarezza su alcune definizioni.
Prima regola del Fight Club:non parlare mai del Fight Club?
No, in questo caso la prima regola è cheaccompagnatore turistico non è guida turistica.
Accompagnatore turistico è il professionista che accompagna persone singole o gruppi di persone nei viaggi attraverso il territorio nazionale o all’estero, preoccupandosi di trasmettere notizie di interesse turistico ed altri elementi importanti sulle zone di transito, andando oltre all’ambito di competenza delle guide. La mansione principale è quella di far rispettare lo svolgimento del programma di viaggio, risolvendo anche le eventuali problematiche che possono presentarsi. Una delle competenze basilari è sicuramente conoscere una o più lingue straniere.
Guida Turistica è invece il professionista che accompagna i turisti (singoli o gruppi) in visita guidata a musei, città d’arte, scavi archeologici, siti di interesse storico e culturale. Illustra valore storico-artistico e caratteristiche dei monumenti e dei luoghi visitati, approfondendo le informazioni più rilevanti e interessanti. La guida turistica in sintesi lavora concentrandosi sul territorio nazionale e soprattutto su punti specifici, singole “attrazioni”.
Torniamo all’accompagnatore turistico: avete di certo capito che la differenza tra le due figure non sta solo nel dove si accompagna il turista o in quanti musei lo si porta, ma si tratta di un insieme di competenze e capacità organizzative che vanno oltre alla semplice preparazione culturale. Cos’altro deve saper fare?
Compiti e competenze dell’accompagnatore turistico
Per quanto riguarda le competenze professionali, l’Accompagnatore Turistico deve possedere una preparazione approfondita in ambito storico-culturale, geografico e artistico. Dovrebbe inoltre possedere nozioni di legislazione del turismo e conoscere le procedure nazionali ed internazionali da seguire in caso di emergenza. A livello personale invece, ciò che lo distingue e lo eleva sono: puntualità, organizzazione, precisione e ordine. Stiamo parlando di una persona che ha completa gestione di soldi e prenotazioni, telefonate, coordinamento del gruppo e comunicazioni con varie strutture di ricezione. Pazienza e autorevolezza completano la figura.
I compiti nello specifico di un accompagnatore invece sono:
- La cura degli aspetti amministrativi. È in grado di gestire i documenti del gruppo o il fondo cassa necessario per acquistare i biglietti di entrata a musei e altri servizi.
- La cura degli aspetti logistici. Si confronta costantemente con l’autista del pullman e gestisce la disposizione e assegnazione delle camere dove il gruppo dovrà alloggiare in una struttura ricettiva.
- Conoscere e saper dare informazioni di carattere pratico: informa il gruppo su alcune generalità della zona che si sta per raggiungere: ad esempio come si telefona, cosa si mangia etc, che valuta è utilizzata, il sistema dei trasporti e tutto quello che è utile per trascorrere una vacanza senza particolari problemi.
- Dare informazioni a grandi linee dei monumenti e le attrazioni più importanti del luogo, anche se non in maniera così approfondita come una guida turistica. (Non le vuole rubare il lavoro).
- Essere abile a tener unito il gruppo, senza far preferenze di alcun genere tra una parte di partecipanti rispetto all’altra; deve sicuramente esercitare una certa leadership all’interno, perché è a lui/lei che si fa riferimento, per tutto.
Per riassumere quindi, l’obiettivo primario di un accompagnatore turistico è la cura della qualità del tour, ottenuta attraverso la tutela completa del cliente. Così facendo, sarà in grado di garantire un alto livello di gradimento da parte del turista. E come può ottenere questo? Predisponendo tutto affinché si rispetti il programma di viaggio stabilito e quindi, rispondendo pienamente a quanto si è offerto.
Esiste solo un tipo di Accompagnatore Turistico? Ovviamente no
Ci sono vari tipi di accompagnatori:
- L’Accompagnatore in Outgoing, detto anche Tour manager, che provvede a condurre i viaggiatori all’estero;
- L’Accompagnatore in Incoming, che opera all’interno dei confini nazionali e fa da capogruppo alle comitive, che possono essere sia italiane che straniere;
- L’Accompagnatore in Daily Tour che si dedica alle escursioni giornaliere. I suoi compiti sono gli stessi di chi opera in Incoming: animare la compagnia durante la gita, controllare che il programma offerto sia coerente a quello stabilito, verificare che gli orari siano rispettati e fornire le informazioni generali sulle località visitate.
- Il transferista che svolge la sua attività di accoglienza durante i transfert (passaggi, trasferimenti), cioè assiste i passeggeri al momento dell’imbarco, dell’arrivo e durante gli eventuali brevi trasferimenti da un posto ad un altro.
Qual’è lo stipendio medio di un accompagnatore turistico?
Non esiste una tariffa standard, ma un range che oscilla dagli 80 euro ai 150 -200 euro al giorno netti. Secondo un sondaggio di Indeed (https://it.indeed.com/salaries/accompagnatore-turistico-Salaries) in Italia la tariffa oraria si aggira intorno ai 13,50 euro, ma è una cifra che è molto variabile; non può trattarsi di una tariffa standard perché tutto dipende dall’unione da diversi fattori:
- importanza e dimensione dell’azienda per cui lavora l’Accompagnatore (che può svolgere il suo lavoro in completa autonomia, ma anche appoggiarsi ad altri operatori turistici, in inglese tour operator, come le agenzie di viaggio)
- periodicità del suo servizio: se ogni giorno o comunque regolarmente svolge il suo lavoro, il prezzo ne risente (si abbassa)
- tipologia del servizio: ovviamente il prezzo varia a seconda della tipologia di servizio. Se stiamo parlando di un transfer o di mezza giornata, il compenso sarà inferiore rispetto ad un full day.
- lingua di servizio: molto spesso sul conto finale incide anche questa: solitamente gli accompagnatori che sono specializzati in lingue non proprio comuni, hanno tariffe più alte.
Come si diventa Accompagnatore Turistico?
Per chi di voi leggendo pensi sia facile diventare un accompagnatore turistico, freno subito i facili entusiasmi. Lavorare come accompagnatore significa si viaggiare, ma come scelta costante e continua. Inoltre si fanno solo brevi rientri a casa e ci si adatta ad un ritmo lavorativo senza orari.
Vero anche che gli incarichi di lavoro possono essere abbastanza variabili: da pochi giorni a diverse settimane, ma il concetto principale che deve passare è: l’Accompagnatore Turistico è una persona responsabile per sé e per gli altri, in viaggio! Non è un vagabondo in cerca di risposte ma un professionista preparato, organizzato e ordinato, che non può fare a meno dei suoi attrezzi da lavoro: mappe, guide, orari dei mezzi di trasporto locali, opuscoli informativi riguardanti gli intrattenimenti turistici, ecc..
Per i più tenaci, immagino non bastino quattro raccomandazioni per desistere dall’obiettivo, quindi continuo a raccontarvi come si diventa Accompagnatori turistici.
Oltre ad una innata passione per i viaggi, c’è bisogno di tanto studio, conoscenze approfondite e competenze particolari. Sveliamo tutti i passaggi utili per poter diventare professionisti del settore.
Prima di tutto la figura dell’accompagnatore turistico in Italia è una professione riconosciuta dalla legge. Precisamente nasce nel 1931 con il Testo Unico Pubblica Sicurezza nº 773, art. 123 che ne delinea gli aspetti professionali (al tempo si parlava anche di corriere, dall’inglese courier).
Per questo per poter svolgere questa professione bisogna ottenere il patentino di accompagnatore turistico dopo aver superato un esame, le cui modalità possono cambiare da regione a regione. Non solo: è possibile sostenere l’esame anche in una città diversa da quella di residenza.
Criteri per poter accedere all’esame
- bisogna essere maggiorenni
- non avere carichi pendenti con la legge
- conoscere a livello avanzato l’inglese e almeno a livello intermedio un’altra lingua
- possedere un diploma di scuola superiore.
I titoli di studio maggiormente indicati sono quelli che riguardano l’ambito turistico (Liceo Turistico o la Laurea in Scienze del Turismo) e l’ambito linguistico (Liceo Linguistico o la Laurea in Lingue). Anche la Laurea in Lettere potrebbe essere una scelta vincente per lavorare in questo settore perché garantisce un buon bagaglio culturale di base.
Come primo passaggio per poter ottenere il patentino, bisogna monitorare costantemente i siti delle singole province, studiare i programmi indicati nei bandi e provare a superare l’esame finale. Solitamente il test consiste in due prove, una scritta e una orale, anche se ci possono essere delle differenze tra regione e regione. Una volta superato l’esame di accompagnatore turistico, si ottiene il tesserino, rinnovabile ogni 5 anni, che serve a tesserare e certificare la professione. Questa abilitazione consente di lavorare come accompagnatore turistico sia in Italia che all’Estero.
Modalità d’esame regione per regione
Materie d’esame per patentino
Gli argomenti più comuni su cui verte l’esame sia scritto che orale, sono:
- geografia turistica italiana, europea ed extraeuropea, ed elementi costitutivi del patrimonio turistico di un Paese;
- legislazione turistica;
- servizi aerei sulle più importanti rotte mondiali;
- sistema tariffario e problematiche legate alla biglietteria (ferroviaria, aerea, e marittima);
- uso delle carte geografiche, turistiche e stradali;
- elementi di primo soccorso;
- l’attività turistica, concetto di viaggio e di itinerario, i beni ed i servizi turistici;
- produzione e programmazione degli itinerari turistici;
- i servizi delle Agenzie di Viaggio e Tour Operator;
- la classificazione alberghiera in Italia e nei principali Paesi europei;
- viaggi individuali e di gruppo;
- l’esecuzione dei viaggi di gruppo, la documentazione per l’accompagnatore, la relazione di viaggio;
- le visite ed escursioni nelle più note mete turistiche italiane e straniere;
- i transfer, l’assistenza generica e specifica;
- il servizio bagagli: danneggiamento o perdita – eccedenza di peso
- i servizi assicurativi;
- le assegnazioni di valuta estera a residenti italiani che si recano in Paesi extraeuropei,
- il servizio cambia valute e la prestazione di servizi a non residenti in transito in Italia;
- i mezzi di pagamento per il turista;
- regole e norme doganali;
- il sistema delle prenotazioni e GDS (es. Amadeus ,Galileo, Sabre, ecc.),
- l’emissione dei biglietti definitivi, dei voucher, la consegna al cliente del materiale riguardante il viaggio;
- compiti e norme per l’esercizio dell’attività professionale dell‘accompagnatore turistico.
Ovviamente, data la mole di studio e di materie da approfondire, per poter arrivare preparati all’esame finale è sempre consigliato studiare seguendo dei corsi di preparazione proposti da scuole e Istituti. Questi, infatti possiedono una conoscenza completa e una preparazione ottimale delle materie d’esame.
Istituti di formazione per Accompagnatore Turistico: qualche nome
- UET – Scuola Universitaria Europea per il Turismo (Milano, Roma)
- ACT – Accademia Creativa Turismo (Roma)
- Costa Crociere – Corsi & Lavoro (Genova)
- FormazioneTurismo (Genova, Milano, Roma)
- IET – Istituto Europeo del Turismo (Milano, Roma, Bari)
Una volta superato l’esame ed ottenuto il patentino di Accompagnatore Turistico, è obbligatorio iscriversi all’albo regionale e ci si deve muovere al più presto per poter iniziare a lavorare. Non solo alla ricerca di Tour Operator e agenzia viaggi da contattare ma anche con l’apertura della Partita Iva e la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA).
Chi volesse esercitare la professione di Accompagnatore turistico deve segnalare (almeno un giorno prima) l’inizio della propria attività al comune di residenza: la SCIA è un’autocertificazione con la quale si afferma di possedere tutti i requisiti per esercitare l’attività: ha effetto immediato e non si deve attendere il controllo su quello che si è dichiarato.
Prospettive lavorative a lungo termine
Abbiamo visto finora come la carriera dell’accompagnatore sia inevitabilmente legata alla professionalità, alla sua eventuale specializzazione e alle lingue straniere parlate. Immaginiamo che il nostro professionista in questione dopo anni di “praticantato”non desideri più viaggiare continuamente, vuoi perché sono cambiate le sue esigenze personali o le sue aspettative in generale. Quali potrebbero essere le prospettive che si aprono per lui/lei?
Uno dei possibili sbocchi professionali, può essere rappresentato dal ruolo di direttore tecnico di agenzia di viaggio oppure, sempre nell’ambito di un agenzia, può dedicarsi a compiti di carattere più organizzativo, per esempio lavorando come programmatore turistico.
Come saranno i viaggi dell’estate 2020?
Dopo il lockdown e il “restate a casa” che ci ha visto limitati negli spostamenti fino a maggio inoltrato, la parola d’ordine per i viaggi che sapevamo di dover ancora organizzare è stata: “restate in Italia”.
In piena stagione estiva, il turismo deve affrontare le sfide portate dall’emergenza sanitaria, le misure di distanziamento, i turisti stranieri che non arrivano, gli italiani alle prese con l’incertezza del lavoro, la crisi del settore. La voglia di vacanza si scontra con la crisi economica e un autunno che si annuncia nebuloso. In questo modo i viaggi ne risentiranno e si accorceranno. Cambieranno volto, almeno per questa estate.
Ed è quello che è successo, almeno da quel che i dati raccolti nello scorso fine settimana raccontano: degli Italiani che potendo, non rinunceranno alle loro vacanze, un buon 86% rimarrà entro i confini dello stivale. Tra questi poi vi sono i viaggiatori che scelgono mete a ristretto raggio, raggiungendo così mete a loro vicini, magari non varcando nemmeno i confini della propria regione. Raggiungeranno la spiaggia o percorsi di montagna distanti qualche chilometro. O magari alla scoperta di qualche piccolo borgo locale.
Le mete favorite tra Italia ed estero
Gettonate Puglia,Toscana e Sicilia, dal momento che offrono il giusto mix tra mare, enogastronomia e itinerari green, mentre continua la crisi delle città d’arte, al quarto posto fra le preferenze degli intervistati, menzionate dal 15% contro il 22% dello scorso anno.
Per il 7% che invece opterà per mete estere, la scelta non può che restringersi al panorama europeo dove a Grecia, Francia e Spagna, già in voga lo scorso anno, si aggiunge come new entry l’Austria che sostituisce l’Inghilterra, normalmente presente fra le destinazioni top dell’era pre-Covid. Questo è quello che emerge dall’Osservatorio Confturismo Confcommercio e Swg sull’indice di fiducia del viaggiatore riferendosi al mese di giugno.
L’elemento rilevante dalle analisi, è la “qualità” della vacanza programmata: quasi 4 intervistati su 10 pensano di fare una vacanza breve, di 2 o 3 giorni, non lontano da casa, e diventano 1 su 2 se si contano anche quelli che ipotizzano vacanze di almeno una settimana ma sempre senza spostarsi molto dalla residenza abituale.
Andando nel dettaglio della rilevazione, aumentano gli intervistati che dichiarano di volersi concedere una vacanza nei prossimi mesi, ma restano in molti, circa il il 39%, a dire che comunque aspetteranno a spostarsi da casa. A questi ultimi si somma poi un ulteriore 19% di indecisi che vorrebbero partire ma temono di non avere disponibilità economiche o di ferie sufficienti. “Un panorama di grande incertezza, quindi, confermato dal fatto che solo il 36% degli intervistati che intende partire dichiara di avere già prenotato la vacanza da fare entro settembre, una percentuale incredibilmente bassa in questo periodo dell’anno”, spiega l’analisi.
Queste le parole di Luca Patanè, presidente di Confturismo – Confcommercio: “Finito il lockdown la crisi continua, ma mi auguro che il turismo venga messo con urgenza al centro dei nuovi provvedimenti che governo e Parlamento si apprestano a varare. E’ necessaria una cabina di regia sul turismo per programmare la ripartenza”
La situazione nelle città d’arte
Le località balneari e di montagna si affollano ma nelle città d’arte è rimasta vuota una camera su due. A Roma e Firenze troviamo le situazioni più critiche: risulta prenotato solo il 36% delle camere. E da giugno ad agosto di questa estate, nelle sole Roma, Venezia, Firenze, Milano e Napoli si registreranno circa 8,5 milioni di presenze in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
Le note dolenti, riferite alle città d’arte, sono legate all’ultima indagine condotta dal Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti sulla disponibilità di camere sui portali delle principali OLTA per il fine settimana del 18 e 19 luglio. Dal rapporto si ricava che il turismo si è praticamente dimezzato nelle principali mete culturali, con -8,5 milioni di presenze rispetto al 2020. Particolarmente pesante il calo degli stranieri. Nel fine settimana “segni di vita da mare e montagna ma nelle città d’arte resta appunto vuota una camera su due”.
“Centri storici delle città d’arte al collasso, occorre una ‘terapia intensiva” scrive Assoturismo, secondo cui ad attestare la crisi delle mete culturale è quel 51% delle stanze disponibili prenotate. A soffrire sono in particolare Roma e Firenze, dove poco più di un terzo della disponibilità (36%) risulta prenotato. Male anche Napoli (38%) e Venezia (42%); un po’ meglio fanno Palermo (45%), Milano (46%) Bologna (49%), così come Perugia (54%) e Matera (55%). La crisi delle città d’arte è imputabile principalmente alla mancanza del turismo straniero che, in media, durante la stagione estiva vale circa il 68% delle presenze.
Non c’è dubbio, ai nostri accompagnatori turistici e tour operator toccherà fare un grande lavoro di squadra per rilanciare il giro e far ripartire questo settore così forte e allo stesso tempo così fragile. Aggiungerei quindi alle soft skills necessarie per le professioni 2020 una massiccia dose di tenacia.
Giulia è da sempre una persona curiosa, determinata ad approfondire tutto ciò che la colpisce, che sia con una foto, un libro o con delle ricerche sull’argomento. Ha una laurea in lingue straniere, una passione sfrenata per la fotografia e ha collaborato per diverso tempo con un’associazione locale. Grazie alla sua variegata esperienza lavorativa, oggi può fornire un occhio critico sul tema vestendo i doppi panni di mittente e destinatario.